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La mostra racconta l’arte di quattro artiste italiane. Quattro donne come pura energia al lavoro. Quattro linguaggi e altrettanti immaginari che ritrovano una comune sensibilità rispetto alla sfera del privato, alla percezione degli eventi esterni, alla continua sovrapposizione del piano individuale e sociale.
Stefania Fabrizi, invitata alla prossima QUADRIENNALE DI ROMA (date), usa il disegno e la pittura su tela per rappresentare la forza e la possenza dell’uomo (come essere umano) colto nel momento del massimo impegno, in un gesto violento ma sospeso. Pugili, vogatori o militari che ricordano le figure eroiche dell’antica Roma, ma che hanno perso il senso dell’eroismo e trovato un senso di smarrimento.
Luisa Raffaelli, che espone con una mostra personale alla BIENNALE DI VIDEOFOTOGRAFIA DI ALESSANDRIA (DATE) usa la fotografia e la pittura digitale per costruire una realtà da set cinematografico. Tensioni urbane in cui tutto sembra sul punto di esplodere e la vita cammina su una corda dove la donna è l’unica protagonista, indomita e guerrigliera, in scenari da countdown epocale.
Veronica Montaninocon installazioni a parete, invade lo spazio con il suo mondo fatto di colore e figure fantastiche, insiste sulla ripetizione di alcuni moduli, ne varia la dimensione e il colore con un ritmo che incanta. E’ con grande gioia che ci trascina in un racconto di cui veramente desideriamo far parte.
Erika Latinitraccia linee e ricama su tela. Ricostruisce così i momenti più felici della sua infanzia recuperando anche lei la formula del racconto.Propone delle opere cariche di poesia, di ricordo e di femminilità. Il gesto lento e sempre uguale del ricamo permette all’artista di dilatare i tempi di esecuzione dell’opera e trasmette a noi una grande serenità.
Aprirà l’inaugurazione Beatrice Ferrario, assistente dello storico dell’arte Philippe Daverio e coordinatrice dell’associazione Amici del National Museum of Women in the arts di Washington DC, con un intervento sulle donne artiste dal Rinascimento all’era moderna, in cui cercherà di rispondere alla domanda: perché Leonardo, Michelangelo e Raffaello non hanno un corrispettivo femminile?